“Quel che è tuo o che comunque risuona con te, torna. Non temere, è destinato a tornare”
Epifania ἐπιφάνεια, Epifanèia significa manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina, ma come festa è precedente al cristianesimo.
La festa si chiama anche “Teofania”, che significa “manifestazione di Dio”. L’Epifania ci consente di mostrare ciò che ha a che fare con l’essenza e non con il superfluo. È una notte simbolicamente molto importante e non è forse un caso che William Shakespeare scrisse La Festa della Dodicesima Notte e la portò in scena il 6 Gennaio del 1601 al Globe Theatre di Londra.
Dal punto di vista esoterico Epifania è un termine greco che vuol dire ‘manifestazione’ e viene usato in senso religioso per indicare l’azione di una divinità che rivela la sua presenza attraverso un segno, come una visione o un sogno. La Festa dell’Epifania commemora la visita dei Re Magi al Bambino Gesù, sappiamo che più che Re erano Saggi, Sacerdoti e Maghi.

I Tre Re Magi sono state le incarnazione di tre Grandi Maestri:
Baldassarre = Il Maestro Asceso Koot Hoomi
Gasparre = Il Maestro Asceso Djhal Khul
Melchiorre =Il Maestro Asceso El Morya
I Re Magi portarono in dono, “oro, incenso e mirra”, questi doni erano simbolici. L’Oro significa che Gesù era un Re di Saggezza, relazionato con il Raggio Dorato dell’Illuminazione. L’Incenso significa che Egli era Sacerdote, perché l’incenso è segno della religiosità, ma anche del cuore, dell’Amore Divino, relazionato con il Raggio Rosa. La Mirra è il simbolo dell’immortalità, la Volon- tà Divina è la Vita Eterna, relazionata con il Raggio Azzurro.Anche questi tre doni rappresentano i tre piani: mentale, emozionale e fisico.
Dal libro: Significato Metafisico del Natale – Ed. Italica – R. Micieli

E la Befana ?

Il personaggio della Befana e la sua festa nasce e si evolve dai culti atavici della Dea Madre e dai riti e miti legati all’agricoltura e alla fertilità. In diverse ere e culture i giorni che vanno dal Natale al 6 Gennaio venivano festeggiati perché legati alla fine del solstizio d’inverno. In popoli la cui sussistenza era legata all’abbondanza dei raccolti e ai frutti della terra, la fine dell’inverno e la rinascita del sole erano un’occasione troppo importante per non venire considerata “sacra”
Nell’antica Grecia era la dea Hera a percorrere il cielo portando doni e abbondanza durante i dodici giorni solstiziali. In Egitto il 6 Gennaio si festeggiava la nascita del dio Eone con una processione sulle sponde del Nilo. Nella tradizione rurale italiana la Befana è venuta ad incarnare la figura pagana di Madre Natura nei giorni in cui si celebra la morte e la rinascita della natura.
La dodicesima notte dopo il Natale, Madre Natura, stanca per aver dato agli uomini cibo e doni della terra per dodici mesi, prende le sembianze di una vecchia strega per farsi bruciare come un ramo secco e far sì che dalle ceneri possa nascere una nuova madre Natura, giovane e piena di forze per donare la vita alla terra per altri dodici mesi. Prima di partire però la vecchia passa a distribuire a tutti i semi che sarebbero nati l’anno successivo. Per questo in molte parti d’Italia si eseguono diversi riti purificatori in cui si scaccia il male e la cattiva sorte facendo un gran rumore percuotendo dei pentoloni o si accendono dei grandi falò in cui spesso viene bruciato un fantoccio dalle sembianze di vecchia strega.
Poiché la Befana è l’immagine della Madre Terra, colei che presiede a tutto ciò che si rinnova e dispensatrice di doni e frutti, alla terra sono legati i regali che nella tradizione elargisce ai bambini: fichi secchi, noci, castagne, mele diventati ai giorni nostri tanti dolciumi industriali.Da queste tradizioni la befana è arrivata fino ai giorni nostri diventando sempre di più la figura fantastica e folcloristica che è arrivata sino ai giorni nostri.
Una vecchia spaventosa nell’aspetto ma buona nell’animo che viene a portare doni per i bimbi buoni e carbone (nero, il simbolo del peccato) per chi si è comportato male.
Alberto Albertazzi