Come si può definire la felicità?
È concetto, astratto impossibile da descrivere direttamente e moltissimi Maestri in tutti i tempi formulato la loro ricetta magica.
La notizia che lo scorso anno il corso più seguito nei 317 anni di storia dell’università di Yale riguardava proprio la felicità è stata riportata dalle maggiori testate giornalistiche di tutto il mondo Italia inclusa. Una notizia che merita di essere commentata.
La motivazione che ha spinto un così grande numero di studenti a iscriversi è la crescita in modo significativo della spinta “a essere perfetti nel corpo, nella mente, nella carriera”. Insomma, in tutto. E’ una motivazione vera o il frutto di una spinta sociale che ci spinge verso una maggiore competizione e a ricercare sempre di più cose che si trovano all’ esterno di se stessi?
Dalla saggezza orientale ci perviene il concetto che felicità e infelicità sono una sola cosa e solo l’illusione del tempo le separa.
E’ un concetto rivoluzionario perché significa che la ricerca ossessiva della felicità ci porta automaticamente anche la sofferenza.
Questo non vuol dire essere negativi, ma semplicemente riconoscere la natura delle cose, così da non rincorrere un’ illusione per tutta la vita. Ne significa che bisogna assumere comportamenti esageratamente morigerati o ritirarsi in solitudine e che non si possono più apprezzare le cose belle e piacevoli. Ma continuare a ricercare attraverso di esse qualcosa che non ti possono dare ( identità , stabilità , appagamento ) è la ricetta per la frustazione e la sofferenza.
L’ intera industria pubblicitaria e la società dei consumi collasserebbe se le persone incominciassero veramente a rendersi conto di questo e a risvegliarsi.
Più si continua a cercare la felicità più questa sfuggirà.
Niente “la fuori “ potrà mai soddisfare se in modo temporaneo e superficiale e potrebbe essere necessario sperimentare parecchie delusioni prima di incominciare a rendersene conto. Oggetti e condizioni potranno dare piacere ma mai la gioia.
Niente può darla
Essa è priva di causa e nasce dentro se stessi come gioia di essere, è proprio stato naturale la pace interiore , non qualcosa che bisogna raggiungere con grande sforzo o lottando. Bisogna cercare di non opporre resistenza alla vita per entrare in uno stato di grazia serenità e leggerezza.
Questo stato non dipende più dal fatto che le cose devono essere in un certo modo, positive o negative. Può sembrare quasi paradossale , ma quando la dipendenza interiore viene meno dalla forma, le condizioni generali della vita iniziano a migliorare. Le cose , le persone o le condizioni che si ritenevano necessarie per la propria felicità ora incominciano ad arrivare senza sforzo e si diventa liberi di goderle e apprezzarle, finchè durano.
La felicità, quindi non è una metà da raggiungere, ma un movimento interiore sempre in continuo fluire, non può dipendere dalle cose esterne ma da un centro già presente dentro ognuno di noi. Se si riesce a cambiare la rotta della propria vita anche solo di un grado a distanza di tempo si possono raggiungere mete inaspettate, così come un surfista cerca di rimanere sulla cresta dell’ onda la felicità è trovare il proprio ritmo con la vita.
Di seguito 7 passi per lasciare andare le resistenze che opponiamo al flusso al flusso della vita, una vera mappa per ritrovare il proprio centro.
Trova il tuo ritmo e danza con la vita.
- Non vi preoccupate di quello che pensano gli altri di voi
(il segreto della libertà) - I nostri pensieri più profondi si materializzeranno
(il segreto della realtà) - Amate e accettate il vostro corpo
(il segreto della bellezza) - Non parlate male delle persone e non giudicate
(il segreto dell’amicizia) - Regalate l’amore e amate senza limiti
(il segreto dell’amore) - Imparate prima a dare e poi a ricevere
(il segreto della ricchezza) - Pensate di meno, amate di più e sorridete sempre
(il segreto della felicità)