In mezzo al caos dei nostri tempi , pur nell’ incertezza in cui si vive stiamo assistendo alla comparsa di nuovi fenomeni molto interessanti , uno di questi è la nascita di un ponte tra scienza è spirito. Certo molta strada è ancora da percorrere, ma una linea è già stata tracciata e potrebbe portare a traguardi davvero inaspettati.
Fra i vari campi d’ azione di queste nuove visioni, sicuramente uno dei più importanti, perché tocca nel vivo la via di ognuno di noi, è quello della connessione mente-malattia.
Secondo molte filosofie soprattutto orientali, la malattia infatti non è altro che un conflitto tra la personalità e l’anima.
Il corpo somatizza a suo modo quello che lo spirito subisce nella sua anima. Quello che l’ inconscio tace lo rivelano le proprie malattie, i propri dolori e i propri conflitti.
Quando manca calore affettivo, basta una minima frescata di vento freddo e subito si prende un raffreddore. Il raffreddore “cola” quando il corpo non piange. Forti mali di schiena (ovviamente non causati da un peso caricato male) dicono che si sta subendo un dolore, e si porta con se un peso, un trauma e una grende tristezza; il mal di gola “tampona” e aggredisce sicuramente quando si hanno tanti dolori da sfogare ed afflizioni da dire e non si ha con chi confidarli. Quando non si sopporta una persona o una situazione, non la si digerisce e bisogna sopportarle per forza viene acidità allo stomaco, le coliche spesso sono rabbie accumulate che non riescono a sfogare. Il diabete “invade” quando la solitudine attanaglia. Il cancro divora come l’odio che corrode l’amore mancato. Il corpo ingrassa quando ci sente insoddisfatti o si dimagrisce quando ci senti logorati.
I pensieri dovuti ad un sistema sociale sempre più opprimente provocano preoccupazioni e ansietà portando via il sonno e facendo soffrire d’ insonnia. Se si non trova un senso alla propria vita, la pressione del cuore aumenta o diminuisce creando sbalzi che condizionano l’umore e le forze. Il nervosismo aumenta i respiri, come se mancasse l’aria, dande dolori al petto ed emicranie (molti fumatori prendono aria extra dal fumo fatidico ed effimero che li rilassa in maniera compensatoria ma illusoria)
La pressione “sale” quando la paura imprigiona. Quando ci senti sopraffatti da un problema e si supera i propri limiti, allora la febbre assale . Le ginocchia “dolgono” quando l’ orgoglio non si piega.
E si potrebbe continuare ancora molto con questo legami tra malattia e psiche.
Inoltre è di importanza fondamentale la relazione tra malattia e il proprio sistema familiare di appartenenza.
Le ferite emotive si tramandano attraverso i legami familiari, in maniera quasi implacabile. Sono come un’ombra nascosta nelle parole, nel modello educativo, nei silenzi, negli sguardi e nei vuoti.
Ad esempio, quando un bambino è circondato da confusione, caos emotivo e vulnerabilità presenta livelli esorbitanti di stress. I suoi meccanismi cerebrali, endocrini ed immunitari reagiranno in modo da trovare l’equilibrio necessario, ma, non riuscendoci, si satureranno fino a sviluppare effetti secondari implacabili: aumento del cortisolo nel sangue, tachicardia, emicrania, dermatite e anche asma.
Il caso più diffuso di profondo squilibrio all’ interno dei sistemi familiari è quello che viene chiamato “irretimento”e si verifica quando un membro della famiglia, viene escluso allontanato per qualche motivo, emarginato, non visto, non riconosciuto, morto in giovane età, o addirittura mai nato come nel caso di un aborto.
In pratica, quando un membro del sistema familiare non viene per un qualunque motivo riconosciuto, cerca il suo riconoscimento attraverso un suo discendente, che si identifica senza rendersene assolutamente conto in lui, provocando un congelamento della situazione, un blocco del sistema, in cui l’energia non scorre più ed intrappola la persona come in una rete provocando malattie, rovesci di fortuna, situazioni impreviste, conflitti relazionali, un senso di impotenza ed una latente sensazione di essere condannati all’infelicità: tutte queste cose, e molte altre, hanno origine remota nei fili mai chiariti di un sistema familiare in disordine.
Quello che manca e molto spesso o non risulta essere credibile nella medicina ufficiale è la causa della malattia.
La malattia non è di per se cattiva e nemmeno una punizione divina, è una risposta sensata di compensazione del proprio sistema biologico che tenta di riparare ad un trauma un conflitto sia all’ interno della proprio sistema sociale ( la competizione, i conflitti e le sempre maggiori ingiustizie all’ interno del mondo del lavoro sono una vera e propria fucina di malattie) che della propria famiglia.
In definitiva la malattia è un segnale che avvisa che si sta sbagliando cammino.
Imparare ad ascoltare e rispettare tuo corpo e ricercare l’ armonia con il tuo spirito, è la strada per una guarigione duratura. Cercare di comprendere la causa della propria malattia è la via maestra per uscire dallo schema della paura che a sua volta genera nuovi traumi e nuovi conflitti. E il modo di esser parte attiva di un processo di guarigione, di non aspettare inerti solo il responso del medico di turno, ma assumersi la responsabilità completa della propria vita.
Accettare che tutto quello che ci accade nella nostra vita è una nostra responsabilità al 100% è una straordinaria rivoluzione interiore.
Assumersi in questa responsabilità porta a non sentirsi più separati dal mondo, aprire il cuore ed entrare in connessione con l’ Universo e la vita sarà autentica piena ed appagante.
Per che si senta di assumersi questa responsabilità e volesse approfondire l’argomento può fare riferimento ai testi di Claudia Rainville “ La Metamedicina” , Cludio Trupiano “Grazie dottor Hamer” medico italiano che in modo semplice e chiaro spiga i principi fondamentali e le 5 leggi biologiche ideate dal medico tedesco Hamer il vero ideatore e innovatore di questo nuovo modo di intendere la medicina, Gabriele Policardo “La malattia come relazione sospesa” in cui spiega i legami tra malattia e conflitti familiari e il suo metodo delle Biocostellazioni come metodo di guarigione.
” Dietro ogni malattia c’è il divieto di fare qualcosa che desideriamo oppure l’ordine di fare qualcosa che non desideriamo. Ogni cura esige la disobbedienza a questo divieto a quest’ordine.
E per disobbedire è necessario abbandonare la paura infantile di non essere amati; vale a dire di essere abbandonati.Questa paura provoca una mancanza di coscienza: non ci si rende conto di quello che si è davvero, cercando di essere quello che gli altri si aspettano che noi siamo.
Se si persiste in questa attitudine, si trasforma la propria bellezza interiore in malattia.
La salute si trova solo nell’autentico, non c’è bellezza senza autenticità, ma per arrivare a quello che siamo davvero dobbiamo eliminare quello che non siamo.
Essere quello che si è:questa è la felicità più grande.”
– Alejandro Jodorowsky –