Ciò che spesso ci fa soffrire sono le convinzioni e i pensieri che nutriamo su noi stessi, sugli altri , sulle cose che ci circondano e sulla vita in generale.
Ci sentiamo controllati e a volte ingabbiati da restrizioni che, se dovessimo mollare, ci porterebbero a provare senso di colpa ed inadeguatezza.
Per capire meglio questo concetto, nel folle ma geniale romanzo filosofico di Robert Pirsig “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, l’autore descrive l’esempio della “vecchia trappola indiana per le scimmie”.
Si tratta di una noce di cocco svuotata del suo contenuto e legata con una catena che viene riempita con del riso che la scimmia può prendere facilmente infilando la zampa nel buco.
L’apertura infatti è grande quanto basta perché entri la zampa della scimmia, ma è troppo piccola perché ne esca il suo pugno pieno di riso. La scimmia infila la zampa e si ritrova intrappolata perché non vuole mollare il riso.
Ciò che la blocca non è qualcosa di fisico, ma un’idea: non capisce che un principio che fino a quel momento le è stato utile è diventato fatale.
Se riportiamo questa metafora alle nostre vite quotidiane possiamo renderci conto di quante cose stiamo perdendo per via di quel “pugno serrato”!
Sembra sciocco e banale, ma sfortunatamente abbiamo la tendenza a complicarci la vita. Questo perché il nostro cervello segue il principio dell’economia:
ciò che è stato utile per risolvere quel tipo di problema può essere una buona modalità per risolvere un problema simile.
Ma quando questo modo di fare inizia ad appesantirci e diventa inefficace? Facciamo come la scimmia che resta intrappolata?
Mollare la presa e aprirsi a nuovi modi di vedere i problemi è l’unica via d’uscita.
Lasciare andare le vecchie abitudini negative e gli attaccamenti a situazioni anche dolorose è uno dei passi fondamentali
da compiere per avviarsi verso un vero cambiamento e una più alta consapevolezza.
Fantastico, detto così! Ma come si fa?
Leggiamo a tal proposito questa significativa esperienza proposta da Lama Sogyal Rinpochè
“ Prendete una moneta e tenetela ben stretta nel pugno chiuso poi stendete il braccio con il palmo della mano rivolto verso il basso.
Se aprite il pugno , perderete ciò che avete afferrato.
Per questo non mollate la presa. Ma c’è un’altra possibilità.
Potete mollare la presa senza perdere nulla, con braccio sempre teso, girate la mano verso il cielo.
Aprite il pugno: La moneta resta nel palmo aperto. Mollate la presa e la moneta è sempre vostra, nonostante lo spazio tutt’intorno.”
Si ritrova in questa esperienza il principio dell’ iterazione delle energie.
Esse , qualunque siano le frequenze vibratorie , agiscono come stimoli sulla Forza Vitale.
Le energie più elevate nella gamma vibratoria producono dei cambiamenti nel suo flusso .E questi cambiamenti diventano di nuovo
degli stati di coscienza.
Il Lama non ci dice come dobbiamo fare , ci mostra solo con un semplice esempio che la cosa è possibile, poi sta ad ogni persona di prendersi la responsabilità di scegliere la propria strada.
Il mollare la presa è l’atteggiamento magistrale da adottare in ogni istante della vita.
Lasciare i modi di pensare diventati obsoleti , le impronte negative accumulate nel passato.
” Lasciar andare non significa non interessarsi, ma smettere di credere di aver potere al posto degli altri.
Lascir andare non significa fregarsene, ma lasciare che l’esperienza sia consigliera, non le parole.
Lasciar andare non è vittimismo, ma la profonda certezza che spesso gli effetti non dipendono da noi.
Lasciar andare non corrisponde ad una critica, ma ad un atto di estrema fiducia.
Lasciar andare non è imporre nuove catene, ma permettere alla libertà di ognuno di esprimersi.
Lasciar andare non è ancorarsi al passato, ma vivere pienamente un nuovo futuro.
Lasciar andare non è un atto egoistico, ma è il coraggio di scoprire il nuovo che si svela di fronte a noi.
Lasciare andare non è dominio e controllo, ma un atto i fede perchè la vita si sveli.
Lasciar andare non è cedere ai fardelli della vita, ma credere che siamo nati per uno scopo elevato.
Lasciar andare non è soffrire, ma permettere alla gioia di abitare in noi.
Lasciar andare non è di domani, ma è di un oggi che aspetta di essere vissuto.
Lasciar andare libera, purifica, migliora… lasciare andare è accogliere la gioia.”– Stephen Littleword –