Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie.
– Paulo Coelho –
I problemi che abbiamo vissuto durante l’infanzia predicono come sarà la qualità della nostra vita da adulti.
Questi, inoltre, possono influire sul modo di agire che un domani i nostri figli adotteranno e su come noi affronteremo le avversità. In qualche modo, a partire da queste ferite emotive o esperienze dolorose dell’infanzia, plasmeremo una parte della nostra personalità.
Vediamo di seguito quali sono le cinque ferite emotive secondo Lisa Bourbeau….
- 1) La paura dell’abbandono
La solitudine è il peggior nemico di chi ha vissuto l’abbandono durante l’infanzia. Ci sarà una costante attenzione alla carenza, che porterà chi ne ha sofferto ad abbandonare il suo partner o i suoi progetti quando ancora è presto, per paura di essere loro stessi quelli che verranno abbandonati. È una sorta di “ti lascio prima che sia tu a lasciare me”, “nessuno mi appoggia, non posso sopportare tutto questo”, “se vai via, non tornare”… Le persone che hanno vissuto esperienze di abbandono durante l’infanzia, dovranno lavorare sulla loro paura della solitudine, sul timore di essere rifiutati e sulle barriere invisibili del contatto fisico. Le ferite causate dall’abbandono non sono facili da curare. Sarete voi stessi a prendere coscienza di quando le ferite inizieranno a rimarginarsi e quando il timore dei momenti di solitudine sparirà e sarà sostituito da un dialogo interiore positivo e speranzoso.
- 2 La paura del rifiuto
Essendo una ferita molto profonda, implica il rifiuto interiore. Con interiore ci riferiamo a ciò che abbiamo vissuto, ai nostri pensieri e ai nostri sentimenti. Quando appare, può influire su molteplici fattori, come il rifiuto dei genitori, della famiglia o di se stessi. Genera sentimenti di rifiuto, pensieri negativi, come quello di non essere desiderati e porta alla svalutazione di se stessi. La persona che soffre questa dolorosa esperienza sente di non meritare l’affetto né la comprensione di nessuno e si isola nel suo vuoto interiore per paura di essere rifiutato. È probabile che, se avete sofferto di questi problemi durante l’infanzia, sarete persone “sfuggenti”. Per questo motivo, è indispensabile lavorare sul proprio timore, sulle proprie paure interiori e sulle situazioni che generano panico. Se si tratta del vostro caso, pensate a voi stessi, rischiate e prendete decisioni per voi stessi. Vi disturberà sempre meno il fatto che la gente si allontani e non la prenderete sul personale se, a volte, si dimenticheranno di voi.
- 3 L’umiliazione
Questa ferita si genera quando in diversi momenti sentiamo che gli altri disapprovano ciò che facciamo e ci criticano. Potreste anche generare questo problema nei vostri figli dicendo loro che sono maleducati, pesanti e cattivi, così come se esponete i loro problemi davanti agli altri: questo distrugge l’autostima infantile. In questo modo, il tipo di personalità che si genera con frequenza è una personalità dipendente.
- Tradimento
Potreste aver assunto un atteggiamento da “tiranni” ed egoisti come meccanismo di difesa, e potreste arrivare ad umiliare gli altri come scudo per proteggere voi stessi. Se avete vissuto queste esperienze, dovrete lavorare sulla vostra indipendenza, sulla vostra libertà, sulla comprensione delle vostre necessità e dei vostri timori , così come sulle vostre priorità. Questi sentimenti sorgono quando un bambino si è sentito tradito, specialmente da uno dei suoi genitori, che non ha rispettato le promesse fatte. Questo fa sì che la sfiducia che deriva da questo problema, possa trasformarsi in invidia e in altri sentimenti negativi, come la sensazione di non meritare le cose promesse o ciò che gli altri hanno. Aver sofferto di questi problemi durante l’infanzia crea persone sospettose e che vogliono sempre tenersi tutto stretto. Se durante la vostra infanzia avete sofferto una situazione simile, è probabile che avvertiate la necessità di esercitare un certo controllo sugli altri, che si giustifica solitamente con un carattere forte. Queste persone confermano i loro errori per il modo in cui agiscono. Hanno bisogno di lavorare sulla pazienza, sulla tolleranza e sul saper vivere, come sull’imparare a stare soli e ad affidare le responsabilità.
- 5 L’ingiustizia
Ha origine nei contesti in cui le persone che si occupano dei bambini sono fredde ed autoritarie. Durante l’infanzia, le esigenze esagerate e che passano i limiti generano sentimenti di inefficienza e di inutilità, tanto quando si è bambini come quando si è adulti. La conseguenza diretta sulla condotta di chi ne ha sofferto sarà la rigidità, poiché queste persone cercheranno di essere molto importanti e di acquisire molto potere. È probabile, inoltre, che si sia creato un fanatismo per l’ordine e per il perfezionismo, così come l’incapacità di essere sicuri sulle decisioni che si prenderanno. Bisogna lavorare sulla sfiducia e sulla rigidità mentale, cercando di essere il più flessibili possibile e cercando di credere negli altri.
LE MASCHERE
Ogni ferita, a sua volta, è all’origine di un particolare meccanismo comportamentale di protezione, istintivo e automatico, che ha lo scopo di evitare di rivivere quella stessa sofferenza e che si attiva, durante tutta la nostra vita, ogni qual volta accade un evento che percepiamo e interpretiamo con un significato analogo a quello delle prime registrazioni.Questi meccanismi comportamentali automatici sono quelle che vengono definite MASCHERE.
Nell’età adulta, queste”MASCHERE” si rivelano però limitanti per l’individuo in quanto fanno percepire una irreale vulnerabilità e lo intrappolano, di conseguenza, in modalità relazionali ripetitive e vincolanti, che gli impediscono di maturare le sue piene potenzialità di adulto libero, consapevole e responsabile, in grado di relazionarsi con gli altri esseri umani in modo profondo ed autentico.
Ma le maschere non si manifestano solo a livello psicologico, ma anche e soprattutto a livello fisico.
Le maschere non sono altro che la somatizzazione fisica della ferita non risolta. Lo spessore della maschera sarà proporzionale al grado della ferita. Ognimaschera corrisponde a una tipologia di persona dotata di un carattere ben definito in quanto avrà sviluppato numerose credenze che ne influenzeranno gli atteggiamenti e il comportamento.
Ad ogni ferita emozionale corrisponde una specifica maschera visibile soprattutto alivello fisico, nei tratti somatici del viso e nella conformazione fisica.
– Alla ferita del RIFIUTO corrisponde la maschera del FUGGITIVO
– Alla ferita dell’ABBANDONO corrisponde la maschera del DIPENDENTE
– Alla ferita dell’UMILIAZIONE corrisponde la maschera del MASOCHISTA
– Alla ferita del TRADIMENTO corrisponde la maschera del CONTROLLORE
– Alla ferita dell’INGIUSTIZIA corrisponde la maschera del RIGIDO
COME LE MASCHERE SI MANIFESTANO A LIVELLO FISICO
Grazie alla Morfopsicologia, la disciplina che studia le relazioni tra la forma del viso e la conformazione del corpo con la personalità, secondo il principio per il quale il nostro viso e il nostro corpo sono la sede della nostra anima, è possibile interpretare le evoluzioni del nostro aspetto fisico come riflesso della nostra evoluzione interiore.
Il linguaggio della Morfopsicologia, efficace e agevole perché desunto dall’osservazionedel viso e della conformazione fisica, consente di capire se stessi e gli altri, comunicare meglio, instaurare relazioni più gratificanti, riconoscere e realizzare il proprio talento.
Vediamo ora in sintesi come le nostre maschere si manifestano a livello fisico:
Rifiuto – Fuggitivo
- Corpo: contratto, striminzito, smilzo
- Occhi: piccoli, con un’espressione di paura, o con l’impressione che ci sia una
maschera intorno agli occhi
- Vocabolario tipico: “una nullità”, “niente”, “inesistente”, “scomparire”
- Carattere: Alti e bassi di umore; nel suo profondo non crede di avere il diritto di esistere. Si crede uno zero assoluto, senza valore; E’ evanescente, intellettualee ha la capacità di rendersi invisibile, si sente incompreso ed è distaccato dalle cose materiali
- Alimentazione: l’emozione o la paura gli tolgono l’appetito, generalmente mangia poco ed è predisposto all’anoressia.
- Massima paura: il panico (è predisposto agli attacchi di panico).
Abbandono – Dipendente
- Corpo: allungato, sottile, ipotonico, floscio, gambe deboli, schiena curva, parti del corpo cadenti o flaccide.
- Occhi: grandi, tristi, sguardo magnetico.
- Vocabolario tipico: “assente”, “solo”, “non reggo”, “mi mangiano”, “mi stanno con il fiato sul collo”.
- Carattere: vittima dell’universo, empatico, bisogno di presenza e di sostegno, chiede continuamente consigli, difficoltà a sentirsi dire di no, si aggrappa fisicamente agli altri.
- Massima paura: la solitudine
- Alimentazione: buona forchetta, può tendere alla bulimia.
Umiliazione – masochista
- Corpo: grasso, tondo, non tanto alto, collo grosso e rigonfio.
- Occhi: grandi, rotondi, spalancati e innocenti come quelli di un bambino
- Vocabolario tipico: “essere degno e indegno”
- Carattere: non gli piace andare in fretta, spesso si vergogna di sé e degli altri e
ha la recondita paura che gli altri si vergognino di lui. Conosce le proprie necessità, ma non le ascolta. Si fa carico di troppe cose, fa del suo meglio per non essere libero, soffre di forti sensi di colpa e si autopunisce. Vuole essere degno. Compensa e si gratifica con il cibo.
- Massima paura: la libertà
- Alimentazione: gli piacciono gli alimenti grassi, può tendere alla bulimia, si vergogna di mangiare troppi dolci
Tradimento – Controllore
- Corpo: esibisce forza e potere. Nell’uomo, spalle più larghe delle anche. Nella donna, anche più larghe e più forti delle spalle Occhi: sguardo intenso e seducente. Coglie tutto in un’occhiata Vocabolario usato: “sono capace, lasciami fare da solo”, “lo sapevo”, “fidati di me”, “non mi fido di lui”
- Carattere: Si crede molto responsabile e forte. Cerca di essere speciale e importante, ha molte aspettative, manipola e seduce; è impaziente e intollerante, pensa di avere sempre ragione. Non mostra la propria vulnerabilità.
- Massima paura: dissociazione, separazione, rinnegamento
- Alimentazione: Buon appetito, mangia rapidamente. Controlla la fame quando è occupato, ma poi perde il controllo.
Ingiustizia – Rigido
- Corpo: Diritto, rigido e più perfetto possibile. Ben proporzionato. Natiche rotonde, vita piccola, porta spesso la cintura, movimenti rigidi, mascella serrata, portamento diritto e fiero.
- Occhi: sguardo luminoso e vivace, chiaro.
- Vocabolario usato: “nessun problema”, “sempre”, “mai”, “ottimo”, “benissimo”,“esattamente”, “sicuramente”
- Carattere: Perfezionista, taglia i ponti con il suo sentire, incrocia spesso le braccia, è vivace e dinamico, pecca di troppo ottimismo, si giustifica molto, ha difficoltà a chiedere aiuto. Tono di voce secco e rigido. Non Ammette di vivere dei problemi. Difficoltà in generale nel ricevere. Si paragona troppo agli altri.
Difficoltà nel concedersi ciò che gli fa piacere
- Massima paura: la freddezza
- Alimentazione: preferisce gli alimenti salati a quelli dolci, gli piace tutto ciò che è croccante. Quando è a dieta è integralista.
E QUINDI …CHE FARE?
E’ possibile riconoscere, accettare e metabolizzare la proprie maschere, superare le paure per le quali sono nate e tornare a vivere secondo la nostra vera natura, la nostra pura essenza.
Spesso ci sentiamo rifiutati, abbandonati, traditi, umiliati e trattati ingiustamente, ma in realtà ogni volta che ci sentiamo feriti è entrato in campo il nostro Ego, a cui piace credere che la colpa sia di qualcun altro.Ricordiamoci che nella vita non esistono persone colpevoli, ma solo sofferenti, più accusiamo noi stessi o gli altri delle nostre sofferenze, più l’esperienza negativa tenderà a ripetersi.
Accusare serve solo a creare infelicità, dobbiamo invece imparare a guardare concompassione la nostra ferita e gli eventi inizieranno a trasformarsi.
Ti sarai sicuramente reso conto anche tu che nel corso degli anni il tuo corpo cambia,questi cambiamenti non sono solo dovuti al passare degli anni, ma anche al variare degli stati d’animo, alcuni di questi divengono prevalenti, si cristallizzano, diventanodensi, modificando il corpo fisico.
Nella storia di ognuno di noi sono racchiuse ferite, cicatrici emozionali che anche se hanno un’origine lontanissima e remota, rimangono impresse come un codice.Per comprendere ed accettare le nostre ferite e necessario imparare a ri–conoscerle,per ri-appropriarti finalmente di te, del tuo vero te.
Tratto da le 5 ferite e come guarirle di Lise Bourbeau